LO SVILUPPO DEL BAMBINO

 

Lo sviluppo motorio

Lo sviluppo del bambino si manifesta con una rapida crescita e con la progressiva maturazione del sistema neuro-muscolare. Dal punto di vista motorio tale maturazione si manifesta in un controllo maggiore delle proprie posture ed azioni.

Fin dalla nascita il bambino presenta reazione motorie automatiche  e innate, detti riflessi neonatali. I principali riflessi sono: il riflesso di Moro che si presenta con l’apertura improvvisa delle braccia di fronte ad una stimolazione improvvisa come un rumore, il riflesso di suzione e deglutizione…

Sarebbe comunque un errore considerare il neonato come un essere capace di sole risposte riflesse , esso infatti sin dalla nascita possiede abilità che gli consentono di interagire attivamente con l’ambiente e con gli adulti a lui vicini. Già a partire dal 3 mese di vita si osserva il graduale sviluppo della capacità di afferrare e di coordinare la vista con i movimenti della mano o di dirigere lo sguardo verso fonti sonore famigliari di attrazione.

Le principali tappe posturali che il neonato raggiunge dopo aver acquisito il controllo del capo (intorno ai 3 mesi) sono costituite dalla seduta (intorno agli 8 mesi) e al mantenimento della stazione eretta ( circa 10 mesi). Intorno al primo anno in bambino è in grado di effettuare i suoi primi passi in autonomia, questo momento è solitamente preceduto da una deambulazione quadrupede detta gattonamento.  Nel corso del secondo anno di vita si assiste ad un progressivo affinamento delle abilità motorie. Attraverso la manipolazione il bambino scopre il mondo esterno e nel corso del secondo anno, anche attraverso il gioco, affina le proprie capacità motorie, verso i tre/quattro anni comincia a comparire la preferenza di lato che intorno ai sei/sette anni  raggiunge la definitiva dominanza laterale (l’utilizzo preferenziale di una mano), insieme con la completa maturazione della capacità di mantenimento dell’equilibrio.

 

Lo sviluppo cognitivo e del linguaggio

Le varie teorie psicologiche sullo sviluppo cognitivo sono concordi nell’asserire che la formazione della personalità sia il frutto di un percorso di interazione tra fattori innati e fattori acquisiti durante il percorso di maturazione a contatto con l’ambiente circostante. Pertanto le scienze psicologiche ritengono di poter individuare una sequenza di sviluppo relativamente costante per tutta l’età evolutiva, scandita in fasi con rapporto di continuità. Piaget considera l’intelligenza come un adattamento all’ambiente esterno ed avviene sulla base di due meccanismi : l’assimilazione (processo passivo di integrazione dei dati) e accomodamento (modifica di schemi pre-esitenti sulla base delle nuove esperienze. Lo studioso distingue diverse fasi dello sviluppo cognitivo :

·         Fase senso motoria (0/2 anni) durante questa fase il bambino passa dall’uso dei riflessi o istinti, alla ripetizione di una serie di comportamenti per osservare quali possono essere le conseguenze degli stessi prima sul proprio corpo (reazioni circolari primarie) e poi su oggetti facenti parte dell’ambiente esterno (reazioni circolari secondarie). Intorno all’ottavo mese il bambino verifica come gli schemi di comportamento producano, in interazione con l’ambiente , nuove informazioni. Intorno ai 18 mesi si manifesta il ragionamento simbolico, che permette di testare concretamente le conseguenze delle proprie azioni sull’ambiente esterno (stadi delle reazioni circolari terziarie). Intorno al primo anno di età in oltre, il bambino riuscirà inoltre ad utilizzare le parole, attribuendogli l giusto significato.

·         Fase dell’intelligenza pre-concettuale (dai 2 ai 4 anni di età) il bambino avrà acquisito un maggiore bagaglio di conoscenze ma il suo pensiero non sarà ancora reversibile (non in grado di mentalizzare l’azione compiuta verso uno scopo o fine).

solo in età scolare il bambino raggiungerà la capacità del pensiero operativo concreto ossia la capacità di collegare tra di loro i diversi aspetti di un oggetto, di classificare e ordinare.

 

Linguaggio

E’ la capacità di associare suoni e significati secondo regole grammaticali prestabilite che variano a seconda delle lingue. E’ lo strumento che ci permette l’interazione sociale .

Tra i 3/6 mesi il neonato passa dai gorgoglii al “tubare” e poi al balbettio. Tra i 6/12 mesi il bambino imita suoni, comprende una serie di suoni e li associa ad un gesto (no, ciao, su…) riconosce nomi e persone a lui famigliari ed è in grado di dire le prime parole comprensibili. Intorno ai 2 anni è in grado di produrre frasi semplici ed avrà acquisito un vocabolario di circa 20 parole. Verso i 3 anni strutturerà frasi complete con un vocabolario molto più ricco.

 

Lo sviluppo emotivo-affettivo-relazionale

Un sano sviluppo della personalità dipenderà sia dall’adeguato sviluppo della sfera cognitiva, affettiva, sociale ma anche dalle interazioni che nel corso della vita sperimentiamo con l’ambiente che ci circonda. Aspetti di ordine ambientale, che condizionano la qualità delle relazioni affettive sono:

Ø  Il comportamento dei genitori, in particolar modo con la madre nei primi anni di vita

Ø  L’atteggiamento di accettazione o di rifiuto dell’ambiente

Ø  La possibilità di sperimentare esperienze sociali positive.

Fondamentale per il corretto sviluppo della personalità è il rapporto “madre-figlio”. A seconda di come si sviluppa tale relazione, il bambino e futuro adulto, costruirà le successive relazioni.

Se questo rapporto manca o viene alterato, nel bambino si genereranno a punto di vita affettivo-relazionale, stati carenziali che influiranno negativamente anche sul suo stato psicofisico.

Samuela Ricci