Non mi basta più.

Quando accade che la voglia di ripartire da un punto d’arrivo per scoprire,conoscere,imparare nuove cose e crescere diventa insoddisfazione?

C’è una linea sottile che passa tra la mente del curioso,della persona intelligente e predisposta ad apprendere e a crescere e la persona costantemente insoddisfatta della propria vita.

L’insoddisfazione non nasce mai dalla continua voglia di apprendere cose nuove ma da un senso di frustrazione e mancanza.

Essa è un gap tra ciò che vorremmo avere e ciò che abbiamo,tra quello che vorremmo provare e ciò che in realtà proviamo.

Tutte le principali forme di insoddisfazione che ritroviamo nell’essere umano derivano da poche cause,sempre le stesse.

Si è insoddisfatti perché ci si sente costantemente inferiori,perché non ci si sente realizzati in ambito professionale o privato,perché non ci sentiamo accettati dalle persone che ci circondano e cerchiamo costantemente di dare un’immagine di noi che creiamo per piacere di più agli altri costruendo poi rapporti superficiali e affatto sinceri.

Si può essere insoddisfatti perché si vive una vita poco stimolante,troppo abitudinaria,scontata che ci ingabbia in un circolo vizioso in cui i nostri interessi diventano sempre gli stessi,in cui ci disabituiamo ad incuriosirci di quello che c’è fuori dalla finestra e poi,errando ancor di più,cerchiamo alla fine stimoli sbagliati che ci fanno di nuovo ricadere nel baratro dell’insoddisfazione e della frustrazione.

Vi siete mai seduti senza fare alcun movimento?

Provateci: sedetevi con la schiena dritta,perfettamente immobili e osservate la vostra mente,l’enorme lavoro che fa.

Non tentate di controllarla bensì limitatevi a essere consapevoli del fatto che essa vaga da un pensiero all’altro in modo cosi naturale da assomigliare ad un fiume che scorre.

La mente è esattamente come un fiume,eternamente mobile.

In realtà tutto ciò di cui abbiamo realmente bisogno fa già parte di noi.

Si è spesso insoddisfatti perché si vive una vita impostata,relegata entro limiti mentali dovuti dal fatto che la maggior parte di noi si affanna alla conquista di cose che vadano oltre le abitudini,oltre la vita scontata di tutti i giorni e nonostante questo si sente sempre più insoddisfatta.

La spiegazione sta tutta in quel fiume che scorre.

Chi lo osserva da fuori resta incantato da tutto il paesaggio che c’è attorno ma in realtà è il muoversi sinuoso ed ininterrotto dell’acqua a dare un suono,vita a quel sistema apparentemente cosi semplice ma in realtà enormemente complesso.

Tutto ciò che,allo stesso modo, ci circonda è motivo di stimoli,curiosità,felicità o malessere ma non è la soluzione al nostro stato di insoddisfazione.

La soluzione sta nella nostra mente,in quell’ incessante lavorio che essa fa e che noi troppo spesso non ci soffermiamo ad ascoltare.

Se combattiamo lo stato di insoddisfazione andando alla ricerca di lussi e privilegi materiali,della politica del far vedere(invece di adottare quella dell’essere),di perversioni sessuali allora resteremo sempre insoddisfatti perché continueremo ad aggrapparci ad impulsi che provengono dal mondo…ma il mondo non siamo noi.

Il nocciolo,il cuore di ognuno di noi ci dice cosa davvero vogliamo,ci fa capire che nella vita la fine di ogni esperienza è un nuovo punto di partenza per scoprire e vivere qualcosa di nuovo e che sentirsi insoddisfatti significa aver vissuto una vita cercando di piacere agli altri,al mondo… ma senza seguire il flusso dei propri pensieri…senza dare mai spazio alla mente.

Gli stimoli esterni devono scaturire in noi il dubbio,la curiosità per poi crescere,ideare,pensare,progettare,cambiare le cose.

Per fare tutto questo è necessario avere gli strumenti giusti…e il primo in assoluto è la capacità di fermarsi,ascoltarsi ed accettarsi.

La maggior parte delle persone che dice di essere insoddisfatta della propria vita è in realtà insoddisfatta di se stessa.

In ogni esperienza di vita si può scegliere di affrontare quel percorso al meglio o al peggio,lottando o subendo,rischiando o ancorandoci alle abitudini che ci portiamo dietro dalle passate esperienze.

Si è insoddisfatti perché non si conoscono né i propri limiti né i propri punti di forza e si vive in balia della società e degli eventi.

Si vive una vita piena di cose tutte uguali in cui ci si circonda di gente che è esattamente come te perché la differenza tra chi è curioso e propositivo e gli insoddisfatti è proprio tutta qui.

Bisogna sperare di incontrare sempre gente nuova,di confrontarci,di permettere alla nostra mente di pensare e di imparare a legare il nostro pensiero a quello degli altri per lasciare a loro qualcosa di noi e per apprendere qualcosa di nuovo da loro.

L’insoddisfazione nasce dall’incapacità di osservare attentamente,di rischiare e di ascoltare noi stessi per capire di cosa abbiamo realmente bisogno.

L’insoddisfazione muore quando si acquista la capacità di aver bisogno solo di se stessi e desiderio di circondarci di persone che scegliamo e di vivere le esperienze con la consapevolezza che non si cresce e non si è mai orgogliosi della propria vita guardando dietro le spalle ma guardando avanti.

C’è,in ognuno di noi,una parte intoccabile,l’essenziale di se stessi da cui parte il senso di insoddisfazione.

E’ lì dentro che dobbiamo fare il primo viaggio,stare zitti,ascoltare,pensare e poi scegliere.

Si è soddisfatti,innanzitutto,quando ci si conosce e ci si accetta per poi tentare di migliorare,crescere,scoprire sempre cose nuove.

Si è insoddisfatti,innanzitutto,quando si vive avendo bisogno di tutto e di tutti ma senza desiderare mai nulla davvero.

di Maria Luisa Lavorgna