Sulla Via della Seta

La Via della Seta evoca esotiche contrade, paesaggi sconfinati, carovane multicolori ma soprattutto il mormorio di un viaggio iniziatico... Autentica rete di comunicazioni e di scambi commerciali dal II secolo a.C. al XVII secolo, questi percorsi terrestri e poi marittimi sono diventati un mito, un sogno da realizzare per i viaggiatori incalliti. Più di 7 000 chilometri separano la Cina dalla rive del Mar Mediterraneo, traversando paesaggi mozzafiato, incorniciando città immortali, un caravanserraglio degno delle mille e una notte. Durante un viaggio di più di un anno, percorrendo 30 a 40 chilometri al giorno, i mercanti di tutti gli orizzonti sfidavano deserti, montagne e briganti per vendere o comprare l'oggetto di tutti i desideri : la seta. Al crocevia di grandi civilizzazioni spesso scomparse, di imperi rivoluti, di terre poco conosciute, i paesi attraversati dal quel che era un commercio fiorente, conservano oggi le vestigi di un passato glorioso. Ecco alcune tappe, pronte ad immergervi in questo epico periplo sul filo della seta...

 

Attraverso l'inevitabile Libano

Anche se la destinazione finale delle mercanzie era il porto di Alessadria, i carovanieri provenienti da Aleppo in Siria si dirigevano spesso verso il Libano. I chilometri percorsi li portano nella valle della Beeka dove trovavano un breve riposo a Baalbeck, città fondata all'epoca dei Fenici. Come Palmyra in Siria, quets'ultima è uno dei maggiori siti archeoligici del Libano, il suo gioiello. Chiamata Heliopolis al tempo dei Greci e poi dei Romani, proprio sotto la dominazione di quest'ultimi la città si sviluppò e si ornò di grandiosi palazzi, anche più impressionanti di quelli della capitale imperiale, come il tempio di Giove. Al giorno d'oggi, il sito è in buono statoe non ha subito dei degradi troppi importanti. Possiamo così ancora privilergiarci di una visita del tempio di Bacco, rimasto in piedi. Più al sud, la città di Tyr si scaglia contro il cielo, vicino la frontiera di Israele. Comme Byblos, questo porto divenne prospero grazie al commercio con l'Egitto. Oggi tuttavia, il suo fasto passato è difficile da notare, tranne forse visitando il sito antico di Al-Mina.

 

La strada dei Re in Giordania

Per alcuni, la strada dei Re in Giordania corrisponderebbe all'antica Via della Seta. Dal nord al sud, contate quasi 300 km d'Amman, la capitale, a Aqaba stazione balneare sul mar Rosso. Lungo il cammino tra montagne e deserto, si offrono alla vista delle meraviglie naturali e architetturali : Mataba, la città dai celeberrimi mosaici bizantini, la fortezza incrociata di Kerak, il deserto di Wadi-Rum e le sue sfaccettature di colori... Ma l'inevitabile tappa del viaggio resta senza ombra di dubbio, la città rosa di Petra, simbolo dell'unione tra la magnificenza di una Natura potente ed il genio umano. Nel mezzo del deserto, gli elementi si scontrarono violentemente per offrire agli uomini un insieme roccioso dai tenui colori dove poter costruire lo spendore di un impero, ormai mitico. Dal VI secole a.C. al I secolo d.C., i Nabatei fondarono poco a poco un regno molto prospero grazie agli scambi commerciali. L'impero conoscerà il suo apogeo sotto la dinastia Aretas e proprio uno dei più illustri re nabatei, Aretas IV, si dedicherà ad imbellire la capitale troglodita con numerosi monumenti scavati nella roccia stessa. Crocevia geografico tra l'Oriente e l'Occidente, Petra appare oggi come una suntuosa sintesi artistica e architetturale dell'impero nabateo e di altre culture antiche, come quelle greche e romane, con le quali aveva importanti scambi commerciali. Da scoprire più di 800 edifici, spesso funebri, tra cui il più conosciuto con la sua facciata di 40 m di altezza : El Khazneh, letteralmente "il tesoro".

 

Quattro mila chilometri in Cina

Tutto ha inizio nel II secolo a.C. quando Wudi, imperatore Han, decise di mandare il suo emissario Zhang Qian ad aprire la strada verso l'Occidente e tentare di consolidare la sua autorità militare. La missione terminata, lo sviluppo del commercio verso l'Occidente fu folgorante nella sua immediatezza. I Cinesi possedevano infatti una stoffa dalla bellezza ineguagliabile, di cui erano i soli a conoscere il segreto di fabbricazione. E per secoli, la fabbricazione della seta rimase un segreto irrisolto, e ciò fino alla sua divulgazione nel corso del VI secolo. Capitale imperiale della dinastia dei Han e dei Tang, Chang'ang (vicino all'attuale Xi'an) appare come il punto di partenza della strada del commercio di questa preziosa mercanzia, dettagli da scoprire in un museo storico. E non solo, circa 4 000 km di antiche piste carovaniere si diramano fino alle porte della Cina. Un solo viaggio non basterebbe a appropriarsi di tutte gli spendori del passato : l'esercito in terracotta dell'imperatore Qin a Xi'an, le grotte dei monti Maiji a Tianshui, il monastero Bingling a Lanzhou, la moschea Dongguan, i monasteri Ta'er e Beichan a Xinig, le grotte del monte Xumi e la tomba di Li Xian a Guyuan ; il monastero di Wanshushan vicino Jiuquan ; la fortezza di Jiayuguan, un pezzo della Grande Muraglia, le rovine di Gaochang e di Jiaohe, la necropoli di Astana e l'antico sistema idrico Karez a Turpan, le grotte dei Mille Budda di Kizil... Senza dimenticare l'oasi di pace che fu la città di Dunhuang, che abrita uno dei gioielli della Cina in materia di turismo : le grotti rupestri di Mogao. Le 492 cellule espongono un millenario di pitture e di sculture buddiste. Una successioni di meraviglie naturali, una volta estremamente difficili da sormontare, ritmerà il vostro cammino : i meandri del Fiume Giallo, la sfilata di Gansu, i temibili deserti di Taklamakan e di Gobi, il lago Qinghai, le montagne di fuoco...

 

Tra Tibet e Mongolia

Ai confini della Cina, tra Tibet e Mongolia, regnano delle vertiginose montagne. In queste terre i viaggiatori dovevano trovare il modo di attraversare l'inatraversabile. Infatti, la catena montuosa dell'Himalaya, le montagne del Alto Pamir o "tetto del mondo", le montagne di Karakorum e del Tian Shan impedivano ogni velleità di passaggio. Eppure, i caravanieri trovarono il modo di intrufolarsi verso l'Asia Centrale. Ultima sosta pacifica prima della frontiera dell'impero cinese, Kasghar è situata nel punto d'incontro di due piste caravaniere, che si aggiri dal sud o dal nord il deserto di Taklamakan. Popolata in grande maggioranza dai Ouïghours, questa leggendaria città si rivela uno stupefacente crocevia multi-culturale. Attualmente ancora, ogni domenica si tiene un immenso e variegato mercato di più di 50 000 compratori e venditori, lasciando immaginare quello che poteva essere Kashgar al tempo del suo splendore. Vi è possibile vendere o comprare cereali, verdure, vestiti, mobilio ma anche cavalli, yaks e cammelli ! Una volta visitata la moschea Id Kah, la più grande della Cina, il viaggiatore puo' dirigersi verso Taxkorgan, l'ultimo avanposto cinese ; poi incamminarsi verso le piste dei monti Karakorum o l'autostrada per raggiungere il Pakistan, grazie al colle del Khunjerab a 4 800 metri (aperto dal 15 al 31 ottobre). Opzione più perigliosa, la via dell'Ovest rilega Kasghar al Kirghizistan, via il colle del Torugart (3 752m) e le montagne del Tian Shan.

 

Raggiungendo le strade indiane

Una volta superate le montagne del Karakorum in Pakistan, l'immensità dell'India si offriva ai caravanieri. La via dopo Lahore (Pakistan), collegava la città a Dehli, dove siede la più grande moschea d'India, la Jama Masjid. Un intinerario alternativo, congiungente direttamente la Cina all'India, prevedeva un passaggio attraverso l'Himalaya. Oggi la traversata; che permette d'arrivare nello stato indiano del Sikkim, passa per l'attuale Tibet via il colle di Nathula, riaperto dal 2006 (dal 1 giugno al 30 settembre). Un tempo, i mercanti si incamminavano per la strada meridionale della seta per poter barattare il prezioso tessuto in cambio di spezie e altri tesori d'Oriente, come le pietre preziose. Vi domandate come unire due viaggi mitici ? ma associando un circuito sulla Via della Seta alla scoperta dei gioielli indiani ! Dopo Delhi, Agra è immancabile con il suo Taj Mahal, celebre mausoleo in marmo bianco e rocce dentellate, e il suo Forte Rosson che marca l'apogeo dell'impero mongolo al XVI secolo. Più a sud ancora, si trova una delle sette ville sacre de l'induismo, Benares e le sue scalinate che si gettano nelle acque del Gange. L'arrivo a Calcutta segna la fine della Via indiana ; detta anche "città della gioia", la metropoli vi accoglie con i suoi contrastri e colori.

 

Tappa dalla mille e una notte in Uzbekistan

Crocevia multiculturale per eccellenza da secoli; l'Uzbekistan è vicino al Turkmenistan, al Tadjikistan, al Kirghizistan, all'Afghanistan e al Kazakistan ! Paese poco conosciuto, fu tuttavia un passaggio obbligato, dopo Kasghar e le montagne del Pamir, verso l'occidente. Numerose sono le antiche vestigi del suo passato prestigioso, rappresentative dell'importanza dell'Impero timuride (Tamerlan 1335-1405). Costruttori o destruttori, alcuni dei più grandi conquistatori della storia del mondo si sono affrontati e, uno alla volta, si sono appropriati di questa terra arida : Alessandro Magno, Gengis Khan, Solimano il Magnifico. Borghi un tempo floridi, e punto di incontro capitali della Via tradizionale della seta, Khiva, Boukhar e Samarcanda incantavano gli avventurieri con le loro bellezze architetturali e le loro ricchezze. Iscritta al patrimonio mondiale dell'Unesco dal 2001, Samarcanda, o Marakanda in greco antico, antica capitale della Sogdiana dalle multeplici cupole turchesi scanalate, è ancora oggi chiamata perla d'Oriente. Qui, tutte le strade portano alla piazza del Registan, con le sue vertiginose mederses (scuole coraniche), alla grande necropoli Chakhi-Zinda, finemente cessallata, alla moschea Bibi-Khanum o al sito archeologico d'Afrasiab. Più lontano, bisognerà entrare in Turkmenistan per raggiungere l'antica Merv, altra tappa storica della Via.

 

Alle porte d'Oriente

Dalla Persia a Konya passando per Erzerum, i mercanti si fermavano nel caravanserraglio selgiuchide di Sultanhani, il più vasto d'Anatolia. Ben conservato attraverso le epoche, questo stupendo palazzo civile mostra tutta l'abilità dell'utilizzazione dello spazio pensando agli uomini, gli animali e le merci. In tutta la regione, lungo la famosa Via, si ritrovano decine di costruzioni di questo tipo : il Sarihan, il Karathay Han, l'Agzikara Hani. La Turchia, rappresenta, per eccellenza, la frontiera tra i due mondi : l'Oriente e l'Occidente. Incuneata tra due continenti, Bisanzio, ribattezzata Costantinopoli e dopo Istanbul, era la città del commercio per eccellenza. Nel porto, circolavano i beni e le spezie provenienti dal Medio-Oriente, dall'Asia e dall'Europa, e alle volte anche delle informazioni preziose come il segreto della fabbricazione della seta, divulgato nel VI secolo. Finalmente, la fine del viaggio si avvicina, le caravane saranno rimpiazzate dalle navi. La città di Antiochia, antica Antakya nella Siria Antica, altro punto di arrivo delle mercanzie alle porte d'Oriente, marcava anch'essa la fine del periglioso viaggio.

 

Ultima tappa : l'Italia

Infine la seta arrivava a destinazione, a grande attesa dei più vanitosi ! Infine la fine del viaggio, dopo 7 000 km percorsi dal lontano impero cinese. Il prezioso tessuto arrivava nei porti di Genova o Venezia, repubbliche marinare potenti e rivali. Alcuni carichi si allungavano fino a Roma, alle volte punta di partenza o di arrivo dell'esotico viaggio. Per queste merci, i carovanieri e commercianti avevano affrontato e conquistato le strade e superato gli ostacoli del tempo e della Natura. Nei porti di approdo del nostro viaggio, ci possiamo soffermare nella città vecchia di Genova con i suoi imponenti palazzi o ancora rivivere la prosperità e la bellezza di Venezia, signora dei canali. La Serenissima fu la patria del celebre mercante e avventuriero Marco Polo, che durante più di 20 anni percorse in lungo e in largo la via della seta, nel XIII secolo. Ma la passione italiana per la seta rimonta a secoli ben anteriori all'autore del Milione. I Romani scoprirono la seta grazie ai Parti, nei primi anni dopo Cristo. L'innamoramento fu immediato : ma i cittadini dell'impero erano ben lungi da immaginare i principi della sericoltura, la cultura dei bachi da seta, credevano infatti che la seta fosse fabbricata da materie vegetali, tratte quindi da un albero !