Tutta la verità sull'olio di palma
Negli
ultimi anni, soprattutto quando si parla di cibo confezionato, capita di
giudicarne la bontà solo in base alla presenza o all'assenza di un particolare
ingrediente: l'olio di palma. Anche i grandi brand di food ormai si sono
adeguati all’esigenza di eliminare dai prodotti più famosi e commerciali l’olio
di palma e, su molte confezioni, campeggia ormai la dicitura "senza olio di
palma". Ma cos’è l’olio di palma e perché è considerato tanto pericoloso per la
nostra salute? Si tratta di un olio tropicale estratto dalla spremitura dei
frutti denocciolati e cotti della palma. Viene estratto da alcune tipologie di
palme che si trovano soprattutto in Indonesia e Malesia. È un grasso vegetale
che come composizione è molto simile al burro ed è ricco di grassi saturi.
L’olio
filtrato ha un colore rossastro dovuto all’alto contenuto di carotenoidi e, a
temperatura ambiente, si presenta allo stato solido. Dopo raffinazione per
bollitura acquista un colore biancastro perché perde i carotenoidi e viene così
impiegato nell’industria alimentare perché particolarmente versatile ed
economico. Il contenuto di grassi saturi è pari al 48%. Senza dubbio l’olio di
palma rosso fa meno male dell’olio di palma raffinato incolore, per via dei
molti antiossidanti in esso contenuti tra cui beta-carotene, squalene, vitamina
A e E.C’è poi l’olio di palmisto, ottenuto dai semi della palma essiccati,
macinati e filtrati. Anche questo allo stato grezzo è solido e brunastro e
acquista un colore biancastro dopo la raffinazione. Viene utilizzato
nell’industria dolciaria, in particolare per glasse e farciture e il suo
contenuto di grassi saturi è quasi il doppio rispetto all’olio di
palma.L’organizzazione mondiale della salute (OMS), l’Aha (American heart
association) e le maggiori entità in ambito di sicurezza alimentare consigliano
di fare un consumo limitato di questi oli, per via dell’alta percentuale di
grassi saturi in essi contenuti, che
alzano il livello di colesterolo e aumentano il rischio di patologie
cardiovascolari.
Dalla
letteratura scientifica più recente, però, emergono studi discordanti che
affermamo che, forse, l'olio di palma non è del tutto pericoloso. Ma sebbene si
tratti di analisi in fervente incremento, non ci sono ancora evidenti prove
scientifiche a supportarle.In effetti gli oli tropicali subiscono vari processi
di raffinazione per essere versatili e fruibili nell’industria alimentare e
queste trasformazioni chimiche comportano non solo un’alterazione dei componenti
base (come la perdita dei fondamentali antiossidanti), ma anche la produzione di
differenti molecole i cui effetti sulla salute sono ancora in fase di studio.Ma
in realtà la questione è molto più complessa: gli interessi economici che girano
intorno all'olio di palma sono davvero molti. Gli oli tropicali sono, infatti,
posti al centro di una disputa tra le industrie che li producono, il mondo
scientifico che cerca di definirne con certezza tutte le implicazioni per la
salute e le principali organizzazioni deputate alla protezione dell’ambiente che
dettano le linee guida internazionali e che continuano a raccomandare severe
limitazioni nell’uso di questi grassi. Per il momento l'unica raccomandazione
che ci sentiamo di dare è di non eccedere nel consumo di questi oli così come
non bisogna eccedere con l'olio, il burro e con tutti i grassi in genere.
Vedremo, poi, quante e quali altre novità la scienza ci riserverà in futuro.