Obesità, che fare?


Più dell'80% dei pediatri italiani ritiene molto importante intervenire già nei primi tre anni di vita del bambino per fermare un fenomeno dilagante e sempre più allarmante



Un bambino "cicciottello" fa sempre tenerezza e spesso, sbagliando, viene considerato il ritratto della salute. Trattasi però di un pregiudizio duro a morire. La verità è che tra un bimbo "in carne" e uno obeso il passaggio è spesso breve. E a questo proposito i pediatri italiani non hanno dubbi: l'obesità infantile può colpire già dalla prima infanzia. Non è dunque un problema che riguarda solo i piccoli in età scolare (l'Organizzazione Mondiale della Salute stima che ci siano 42 milioni di bambini in sovrappeso nel mondo), ma anche quelli al di sotto dei 36 mesi.
Nel nostro Paese, secondo la percezione degli stessi pediatri, quasi un bambino su cinque è in sovrappeso o obeso già nella fascia di età tra i 24 e i 36 mesi con conseguenze serie. Se non adeguatamente corretto, il sovrappeso nella prima infanzia può provocare nel breve periodo problemi motori e ortopedici e disturbi metabolici, cardiovascolari e psicologici nel lungo termine. Tutti disturbi che si possono prevenire grazie ad alcuni accorgimenti nutrizionali e all'adozione di corretti stili di vita, proprio intervenendo in questa fascia di età.
Di seguito quelli suggeriteci da Margherita Caroli, Presidente dell'European Child Obesity Group, da Giacomo Biasucci , direttore dipartimento materno infantile Ospedale di Piacenza e da Arianna Banderali, medico psicoterapeuta specialista in Scienza dell'Alimentazione, vicepresidente AIDAP (Associazione Italiana Disturbi dell'Alimentazione e del Peso), in occasione della terza edizione del Mese della Nutrizione Infantile, iniziativa promossa da Mellin, per investire sulla salute futura dei nostri piccoli. Da 0 a 12 mesi
- Allattamento al seno fino al 6 mese: L'allattamento al seno costituisce la migliore garanzia di apporto ottimale di ferro al lattante, specialmente nel primo semestre di vita. A partire dal secondo semestre, il latte materno può non essere più sufficiente da solo a coprire gli aumentati fabbisogni del lattante ed è pertanto necessario introdurre nella dieta quotidiana alimenti che contengano ferro in elevate quantità, come ad esempio la carne. Ovviamente, anche nel corso del secondo semestre di vita, l'allattamento al seno va proseguito. Anzi, è fortemente auspicabile prolungarlo sino al tutto il primo anno di vita del piccolo.
- Non introdurre il latte vaccino nell'alimentazione del bambino almeno fino ai 12 mesi di vita. Per la scarsa concentrazione e biodisponibilità di ferro, ma anche per altre ragioni quali l'eccesso proteico e la povertà di acidi grassi polinsaturi, il latte vaccino non dovrebbe essere utilizzato nel corso del primo anno del bambino. Accanto agli eccessi nutrizionali, bisogna considerare anche eventuali pericolose carenze, prima fra tutte quelle di ferro, che per contro possono avere conseguenze negative sullo sviluppo fisico e cerebrale del bambino e possono portare, nel lungo termine, allo sviluppo di patologie. "Un corretto apporto di ferro nell'infanzia - afferma Giacomo Biasucci - garantisce indici di crescita e di sviluppo psico-intellettivo ottimali, oltre a garantire la disponibilità di un fondamentale fattore anti-anemico. Il ferro, inoltre, stimola la sintesi di importanti neurotrasmettitori e svolge un ruolo anche strutturale a livello delle cellule neuronali del sistema nervoso centrale".
Dai 12 mesi in poi
- Abituare il bambino alla prima colazione: una colazione completa è quella che abbina al latte i cereali, preziosa riserva di carboidrati, proteine e vitamine.
- Evitare il fai da te nella sua alimentazione : affidarsi sempre ai consigli esperti del pediatra.
- Mangiare seduti a tavola: questo esercizio aumenta la consapevolezza del cibo che assume il bambino.
- Creare un ambiente favorevole: è importante che durante il pasto non ci siano distrazioni, come ad esempio la televisione, e che diventi un momento di dialogo con i genitori. L'assenza di distrazioni permette di migliorare la consapevolezza alimentare. Vanno evitate discussioni e rimproveri che eventualmente sono da posticipare.
- Ridurre gli stimoli: per impedire un'alimentazione eccessiva è importante ridurre gli stimoli, a tavola e nella credenza.
- Premi: per festeggiare un piccolo successo o un evento è importante disporre di alternative rispetto al cibo in modo da educare il bambino a ricevere gratificazioni da altri contesti; si potrebbe fare una gita con la famiglia, andare al cinema, iscriversi ad una squadra sportiva, acquistare delle figurine.
- Mangiare lentamente e consapevolmente: se il bambino mangia troppo velocemente è molto probabile che assuma più calorie (la sensazione di sazietà richiede tempo) e che non abbia la consapevolezza di quanto ha effettivamente mangiato.
- Non modificare l'orario dei pasti: quando il bambino ha fame fuori orario aiutatelo a tollerare questa sensazione, magari distraendolo con un gioco o un'attività.
- Tenere un diario della crescita: che aiuti il pediatra a monitorare gli sviluppi del bambino.
- Istituire il salvadanaio della salute: premiate il comportamento alimentare sano del bambino regalandogli qualche soldino da riporre in un contenitore.
- Meno tv più sport: non dimenticarsi che a una sana alimentazione bisogna associare anche l'attività fisica.


Marcella Gaudina