Veronesi finalmente riconosce il “Metodo di Bella”.

 

La fine di un ingiusto occultamento

 

 

Ormai è su tutte le testate giornalistiche! E la notizia continua a girare nel web inarrestabile!!

 Finalmente dopo anni e anni di scandali e rifiuti, il metodo di Bella è stato riconosciuto o per lo meno, si apre la strada a questa cura per tumori tanto chiacchierata e tanto criticata per il suo utilizzo di farmaci biologici.

 Ovviamente solo dopo la morte del medico avvenuta nel 2003! Non è certo una novità questa…altrimenti, se così non fosse stato, le case farmaceutiche avrebbero guadagnato meno di quanto previsto adesso, dovendo dividere gli incassi con lo stesso medico o chi per lui…..

Lo spiraglio di luce arriva dall’ Università di Firenze, là dove uno studio scientifico ha confermato la veridicità scientifica della cura del dottor Luigi di Bella. Spiraglio ancor più importante è stato conferito dal fatto che lo stesso illustre medico: Umberto Veronesi  ha mostrato la sua approvazione nei confronti di un metodo diffuso già da moltissimi anni.

 

Ma per spiegare meglio di cosa si tratta, eccovi alcune informazioni sul metodo di Bela. -Il “Metodo Di Bella” (o anche chiamato: multitrattamento Di Bella in sigla MDB) è una terapia alternativa per il trattamento dei tumori, la cui validità scientifica non è confermata. Questa cura alternativa fu ideata dal medico Luigi Di Bella, intorno al 1997 essa fu oggetto di una grande attenzione da parte dei mass media italiani. In quanto, oltre ad essere innovativa, toglieva terreno alle altre cure già presenti e tra l’altro poco efficaci! Resta infatti da capire quale sia il vero motivo della sua disapprovazione. Va ricercato nella reale efficacia….O invece risiede negli interessi di qualcuno da difendere?!??!? Sta di fatto che secondo la sperimentazione condotta nel 1999 dal Ministero della Salute, questo metodo venne ritenuto ”inefficace”. TESTIMONIANZA: ENZO - 18 anni – Diagnosi: Linfoma n.H. tipo Burkitt stadio IV. Ecografia addominale Ospedale di zona 25/2/96: “..notevolissimo aumento volumetrico del fegato che presenta disomogeneità strutturali-aree ipoecogene del diametro max di 11 cm e presenza all`ilo di aree ipoecogene sfumate di 3 cm. Area di ipoecogenicità anche al III inferiore del rene destro a livello parenchimale`. . Indagini Clinica Pediatrica S. Orsola Bologna 29/2/96: Gl. Bianchi 22.380, piastrine 172.000. Aspirato midollare in 3 sedi: `Sangue di aspirato midollare a cellularità discreta e monomorfa. Il parenchima midollare è interamente sostituito da un tappeto di elementi a carattere linfoblastico di medie dimensioni, citoplasma abbondante, basofilo e vacuolato, nucleo a contorni irregolari, cromatina fine. Conclusioni: midollo sostituito da parte di elementi Burkitt-like (L3)`. Biopsia del midollo osseo: `Fenotipo immunologico compatibile con disordine linfoproliferativo monoclonale di tipo B`. Diagnosi conclusiva (lettera di dimissioni 2/4/96): `Linfoma n.H. tipo Burkitt addominale IV stadio`. Tutto inizia nel gennaio 1996 con febbre e tosse, attribuite a semplice influenza. Dopo l`apparente ristabilimento, la febbre si ripresenta una seconda e poi una terza volta. A questo punto viene eseguita una radiografia del torace e, nuovamente, viene confermata l`errata diagnosi: broncopolmonite post-influenzale. Inesorabile terapia antibiotica e successiva RX il 14 febbraio: tutto a posto, viene sentenziato. E` il terzo errore. Una settimana dopo compaiono dolori addominali, nausea e stipsi. Ricovero all`ospedale di zona e quarto errore diagnostico: “microascessualizzazione interessante fegato, milza e rene destro”. Al di là della terminologia ridondante che sembra voler surrogare l`evidente incapacità professionale, il processo viene attribuito a un fatto…..micotico. Finalmente le indagini di rito danno il responso che i camici bianchi si sono dimostrati incapaci di dare (“Linfoma n.H. tipo Burkitt IV stadio”), un responso terribile perché non lascia alcuna speranza, sia per la tipologia patologica che, soprattutto, per lo stadio rilevato, e il piccolo Enzo parte con i suoi per Bologna. Dopo gli ulteriori esami descritti in apertura, inizia la chemioterapia, “`Protocollo LMB 89 gruppo C”. Ma già il secondo giorno occorre sospendere, a causa dell`insorgenza di insufficienza renale acuta, trattata con sette sedute di emodialisi. L`otto marzo sopraggiungono crisi convulsive. Dopo una settimana riprendono le sedute di chemio. Un mese dopo inizia il terzo ciclo, a seguito del quale si presentano “micosi del cavo orale, blocco intestinale, alopecia, cefalea e un calo drammatico delle piastrine”.