Mal di gola autunnale? Combattilo così

Dai farmaci sintomatici ai rimedi “dolci”. Ma se è troppo ricorrente, è sempre meglio rivolgersi al medico

 

 

È il segnale, inequivocabile, che l’estate è ormai alle spalle. E che i primi cali della temperatura, specie al mattino presto o nelle serate settembrine, cominciano a fare danni. Parliamo del mal di gola, insidia numero uno del periodo di passaggio tra la bella stagione e le brume autunnali.

L’infezione delle prime vie aeree (vale a dire la gola e il naso innanzi tutto) dipende da un deficit di difese immunitarie (dovuto a debolezza o stress) ma anche da sbalzi di temperatura: il freddo ci rende più vulnerabili. A risentirne è la gola (con faringiti e laringiti), perché è la “porta d’ingresso” del nostro corpo, la prima a essere attaccata.

 

Come prevenirlo

Per prevenire il mal di gola basta coprirsi bene ed evitare luoghi affollati in cui possono diffondersi i virus e i batteri. Ma non sempre è sufficiente. I sintomi sono facilmente riconoscibili: bruciore, febbre e tossetta secca. Se il problema è ricorrente o si protrae a lungo, bisogna consultare un medico, eventualmente assumere antibiotici o fare un tampone faringeo per individuare il responsabile dell’infezione. Il consiglio è valido soprattutto per cardiopatici, asmatici e diabetici, considerati categorie a rischio complicazioni, a cui è suggeribile ricorrere al vaccino. Di solito, però, tutto si risolve da sé in 2-3 giorni, specie se si sta a riposo.

 

Come contrastarlo

Una volta arrivato, non si può far altro che cercare di alleviare per quanto possibile i sintomi. A livello locale si può usare uno spray decongestionante, mentre il paracetamolo è utile per abbassare la febbre. Per la tosse ci sono farmaci sintomatici che inibiscono lo stimolo a tossire. Per gli appassionati dei rimedi “dolci”, gli esperti suggeriscono invece di fare gargarismi con estratti di salvia o tintura di mirra diluiti in acqua.

Il fatto che l’infezione sparisca in pochi giorni ha avallato credenze popolari che legano la scomparsa dei sintomi a pratiche fai-da-te (limone spremuto in gola, miele...). Sono sistemi che non hanno efficacia scientifica. Tuttavia, latte, té e camomilla caldi possono essere utili, perché all’organismo colpito da infezione serve un surplus di liquidi e idratazione. Va bene anche respirare vapori: idratano le vie aeree. Quindi per farli è sufficiente l’acqua, anche senza l’aggiunta di sostanze balsamiche.

Staibene.it

 

 

Respiriamo sempre peggio

Asma, bronchiti croniche, enfisema in aumento. Vertice degli specialisti a Roma dal 3 ottobre

 

 

Una situazione fuori controllo quella della malattie respiratorie nel nostro paese, con problematiche importanti che riguardano dieci e più milioni di persone, censiti solo la metà, e che gli specialisti stentano a risolvere. Malgrado l'impegno pressante dell'Associazione scientifica interdisciplinare per lo studio delle malattie respiratorie, l'Aimar che il 3-6 ottobre prossimo presenta a Roma il Congresso annuale con una veste insolitamente innovativa. A cominciare dal titolo "Conferenza di consenso in medicina respiratoria" e dalle tematiche, selezionate con cura.

"Prevediamo duemila presenze tra pneumologi, medici generalisti e associazioni di pazienti", racconta Claudio F. Donner, presidente Aimar, "i lavori si svolgeranno in un'unica mega sala, brevi ma stringenti le relazioni, forte il coinvolgimento e la partecipazione dei presenti perché punto focale sarà la discussione con quesiti, dubbi, proposte. In pratica, presentiamo un modello nuovo di Congresso che permetterà a tutti i partecipanti di cogliere all'interno dei lavori quale è l'atteggiamento clinico migliore quando ci troviamo davanti al paziente". Malati spesso allo sbando, patologie come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e l'asma ampiamente sottodiagnosticate e sottotrattate, assenza di prevenzione (non c'è più la medicina scolastica né la visita militare), mancanza di una medicina di comunità, calo dello stato di allerta per patologie vecchie come la Tbc che non è mai scomparsa altrove e da noi è di nuovo un problema da affrontare.

"L'indagine "SIRIO" con due studi di farmaco-economia, ha rilevato che i costi delle malattie respiratorie sono alle stelle per colpa di accessi sconsiderati", sottolinea Donner, "basti dire che la spesa annuale media per un malato di BPCO è di 2.723 euro, se ne potrebbero risparmiare almeno 600 con una diversa organizzazione ospedale-territorio e una migliore gestione del paziente".

Aggrava il problema la poca percezione delle persone di essere malate: avere un po' di tosse al mattino, un leggero affanno quando si salgono le scale non vengono considerati sintomi di qualcosa che non va. "E d'altra parte", osserva Donner, "usiamo solo un 20-30% delle capacità dei nostri polmoni, quindi prima che manchi il fiato ce ne vuole e i pazienti non vanno dal medico di famiglia per quelli che appaiono banali disturbi, così le diagnosi sono molto ritardate e le terapie iniziano quando la situazione respiratoria è compromessa in modo medio-grave".

L'Aimar proprio per creare quel ponte mancante tra malato-medico di famiglia-specialista-territorio partecipa al programma GARD dell'Oms, l'Alleanza globale per le malattie respiratorie e nel 2008 ha previsto in ogni regione conferenze e seminari con incontri tra cittadini, medici di famiglia e pneumologi.

Tra i temi più interessanti e delicati che la Conferenza di consenso affronterà ricordiamo: le basi della prevenzione e della diagnosi precoce; le problematiche correlate agli inquinanti ambientali; la gestione a lungo termine del paziente respiratorio cronico; il confronto sugli standard internazionali di cura; la promozione della sicurezza, associata alla valutazione e al controllo del percorso diagnostico-terapeutico. Forte il messaggio della Conferenza, "è possibile ritardare la progressione e l'evoluzione della gravità delle malattie respiratorie, è possibile addirittura invertire la sintomatologia".

 

di Mariapaola Salmi