Tabacco: Fumare Fa Venire Le Rughe, Ecco Le Prove

 

Il fumo e' un potente fattore di invecchiamento cutaneo e, per la prima volta, quel che si era sempre sospettato, e' stato documentato dagli scienziati. E poiche' le immagini valgono molto piu' delle parole, tre dermatologi statunitensi della Case Western Reserve University hanno deciso di documentare i danni del tabacco con il caso di due gemelle: due donne di 52 anni, l'una accanita fumatrice, l'altra che non ha mai toccato la sigaretta. I volti delle due donne, documentati negli "Archives of Dermatology" sono drammaticamente diversi: l'uno segnato come una carta geografica, l'altro appena coperto da qualche striatura. Se infatti rimanersene esposti al sole moltiplica per otto le rughe, il tabacco triplica i segni dell'invecchiamento cutaneo. Due donne con gli stessi geni, una storia clinica più o meno simile, che hanno vissuto per lungo tempo nella stessa città, senza alcuna malattia dermatologica, entrambe poco inclini ad esporsi al sole e che non hanno mai utilizzato i raggi Uva. "La chiara differenza tra le due gemelle e' nella storia di forte consumo di tabacco, tipico della prima", hanno spiegato gli autori. "Mentre la prima ha consumato tabacco per anni (52,3 pacchetti all'anno, due pacchetti al giorno per 26 anni o un pacchetto e mezzo per 35), l'altra non ha mai toccato una sigaretta". Già 150 anni fa, Samuel Solly, un chirurgo britannico, aveva avvertito degli effetti devastanti del tabacco sulla pelle: i suoi pazienti avevano infatti un colorito giallastro, la pelle rugosa e il volto solcato, scriveva nel 1856 nella rivista 'Lancet'. Adesso le conseguenze del fumo saranno visibili: "La pelle della prima gemella mostra rughe profonde ed estese, frequenti lentiggini, ipopigmentazione estesa e una moderata lassità cutanea", osservano i ricercatori. Il suo invecchiamento cutaneo e' definito molto grave (5 punti in una scala da 1 a 6) mentre la sua gemella ha ricevuto 2 (invecchiamento lieve o moderato). –

 

Come smettere di fumare

A cura de Il Pensiero Scientifico Editore

 

Quali consigli seguire per rinunciare al tabacco?

Cosa fare se non riesco a smettere?

E se ho voglia di ricominciare a fumare?

Quali sono i rimedi per dire “addio” al fumo?

A chi rivolgersi per chiedere un aiuto concreto?

 

Smettere di fumare: perché?

 

Nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione e l'impegno del Ministero della Salute e di tutte le istituzioni pubbliche e private coinvolte nella lotta al tabagismo, si stima che in Italia fumino oltre 14 milioni di persone al di sopra dei 15 anni (il 30 per cento degli uomini e il 22,5 per cento delle donne). Anche se si osserva una lieve diminuzione di fumatori tra gli uomini (nel 2003 erano il 33,2 per cento), è certo che si debba ancora lavorare molto per aiutare i fumatori a “disassuefarsi” dal fumo. Ma perché è così importante smettere di fumare?

Il tabagismo è una malattia cronica che crea dipendenza psichica e fisica (proprio per questo è faticoso smettere) e rappresenta il fattore di rischio primario di quasi tutti i tumori del polmone e di un terzo di tutti i tumori, oltre che essere concausa di molte delle malattie che colpiscono il sistema respiratorio e quello circolatorio: si calcola che, ogni anno, muoiano oltre 83.000 italiani per cause legate al fumo di sigaretta. Smettere di fumare comporta sicuramente una grande forza di volontà per chi fuma, ma tutto sta nella consapevolezza del fumatore di voler fare qualcosa di buono per se stesso e per chi gli sta vicino.

“C’è chi sceglie di smettere di colpo, chi preferisce diminuire progressivamente - sostiene Henri Margaron, responsabile del servizio per le dipendenze alla Azienda USL 6 di Verona - certo è che i disturbi che molti hanno quando smettono di fumare sono l’equivalente di una crisi d’astinenza e si manifestano con un desiderio imperioso di ricominciare a fumare. Per le persone che vogliono abbandonare la sigaretta da un giorno all’altro, soprattutto per i grandi fumatori, la crisi d’astinenza sarà più forte. Ma c’è anche chi decide di smettere perché spaventato da una tosse persistente o da disturbi respiratori e in questo caso lo spavento fa sì che la volontà diventi più forte”.

Insomma, c’è chi non vuole smettere affatto, chi invece vorrebbe tanto farlo ma non riesce a prendere una decisione, chi si è spaventato perché ha problemi di salute e chi si giustifica dicendo che fuma per sentirsi meno stressato. Molti sono poi i dubbi che un fumatore si pone prima di smettere: tenderò a ingrassare? quanto dureranno i sintomi dell’astinenza? quando comincerò a sentirmi meglio? Vediamo di rispondere agli interrogativi più comuni.

Quali consigli seguire per rinunciare al tabacco?

Non esiste una cura miracolosa per smettere di fumare né tanto meno un rimedio uguale per tutti. Per alcuni può essere più semplice, per altri più complicato. Per questo ogni caso fa a sé. Le ragioni che spingono a rinunciare a questo pericoloso vizio possono essere diverse.

Una volta che si è presa la decisione si potrebbe tentare una pianificazione, per esempio scegliere un periodo poco stressante in cui smettere. Una vacanza potrebbe rivelarsi un buon momento per cambiare la routine di tutti i giorni (quindi anche la routine delle sigarette!). Può aiutare anche parlare di questo proposito con parenti e amici, perché non fumino in tua presenza e ti incoraggino a perseverare.

Durante il primo periodo potranno presentarsi degli inconvenienti (bocca secca, nervosismo e senso di fame) che tenderanno comunque ad attenuarsi col tempo fino a scomparire del tutto. “Tutto è legato all’equilibrio", commenta Margaron. "L’organismo si è abituato a ricevere una certa quantità di nicotina, quindi di sostanze nocive, e si è organizzato per resistere al loro assalto. Quando si smette di fumare l’organismo ha bisogno dei suoi tempi per ritrovare il suo equilibrio: si può verificare, per esempio, un aumento dell’appetito. Ma non è sistematico e non è una costante assoluta”.

Alcuni consigli di carattere generale? Per ridurre il desiderio di fumare cercate di bere molta acqua (soprattutto prima dei pasti) e succhi di frutta. Cercare di gratificarvi, poi, può essere un buon incentivo: pensate ai soldi che state risparmiando non comprando più le sigarette; potreste usarli in modo diverso, per esempio concedendovi dei piccoli regali. E ancora, se amate cinema, teatri e musei, tutti luoghi dove è vietato fumare, pensate che ora potrete visitarli con molta più calma (senza la smania di uscire per fumare una sigaretta). Infine non dimenticate lo sport e il movimento in genere: fanno bene alla salute e tra l’altro riducono il senso d’appetito.

Cosa fare se non riesco a smettere?

Come accennato in precedenza non tutti riescono a smettere di fumare di colpo. C’è chi sente il bisogno di ridurre gradualmente le sigarette. In questo caso è utile seguire alcuni consigli:

comprate un pacchetto da 10 sigarette alla volta. Abolite la parola “scorte di sigarette” dal vostro vocabolario!

cambiate la marca di sigarette e compratene una che non vi piace: la tentazione sarà minore;

non tenete le sigarette a portata di mano e una volta fumatane una mettete via il pacchetto;

usate un solo posacenere e lavatelo sempre dopo avere fumato;

dopo i pasti, alzatevi subito da tavola e lavatevi i denti;

riducete il consumo di caffè e di tutti quei cibi che vi fanno venire voglia di fumare.

Per un grande fumatore arrivare a fumare 2/3 sigarette al giorno è comunque un grande passo avanti. Ma quanto poi tende a ricominciare dopo? “Laddove c’è la presa in carico con lo specialista che lo aiuta diventa una forma di terapia a scalare - spiega Margaron -  potremmo fare un esempio concreto con gli alcolisti. Chi non è mai stato alcolista può bere vino senza nessun rischio, mentre per chi è stato alcolista dopo diventa molto più difficile limitare il consumo dell’alcool. Con il tabagismo c’è un meccanismo di questo tipo a crescere: è difficile che chi è stato un grande fumatore poi si riesca a stabilizzare; credo che sia più facile smettere del tutto”.

E se ho voglia di ricominciare a fumare?

Se dopo un periodo di astinenza si torna a fumare una sigaretta, non bisogna scoraggiarsi, una debolezza può sempre capitare; è necessario però cercare di analizzare i motivi della ricaduta, magari con il proprio medico, che potrà dare consigli sul da farsi.

E soprattutto, se si fa avanti la tentazione di accenderti una sigaretta, pensa a tutti i vantaggi di cui sta beneficiando il tuo corpo:

non hai più addosso quel cattivo odore che spesso i non fumatori ti facevano notare;

il tuo alito non è più pesante;

la tua pelle è più elastica e le rughe si sono attenuate;

i tuoi denti sono più bianchi;

non hai più tosse e catarro;

il tuo respiro è più regolare.

E non da ultimo pensa ai rischi a cui ti esponi, ai danni che il fumo provoca nel tuo organismo, ai vantaggi che puoi avere non fumando: “la sigaretta è un momento di distensione (uno fuma perché gli piace la sigaretta!) - ricorda Margaron - quindi rifletti alle situazioni di disagio in cui poteva essere maggiore il richiamo del fumo, e pensa se non puoi affrontare con lo stesso piacere una stessa situazione magari senza dover ricorrere alla sigaretta”.

Quali sono i rimedi per dire “addio” al fumo?

Attualmente è possibile avvalersi di diversi tipi di trattamento della dipendenza da nicotina, applicabili singolarmente o in associazione. Oltre alla possibilità di assumere nicotina attraverso cerotti o gomme da masticare si può fare uso di un antidepressivo, il bupropione, che ha come funzione quella di ridurre i sintomi dell’astinenza, quindi il desiderio di fumare. Ma trattandosi di un farmaco è necessario prendere in considerazione i potenziali effetti collaterali.

Accanto ai trattamenti farmacologici è di solito consigliato un sostegno psicologico per affrontare le diverse motivazioni che possono spingere ad avere bisogno del “sollievo” della sigaretta. E tra i numerosi metodi per smettere di fumare basati sulla terapia di gruppo ci sono l’ipnosi, le tecniche cognitivo-comportamentali e i gruppi di autoaiuto.

Recentemente poi si sta sempre più diffondendo l’agoterapia come tecnica molto efficace contro il tabagismo. “L’agoterapia - sostiene Laura De Lucia, medico agopuntore - è stata recentemente applicata con successo per la disassuefazione dalle droghe: agisce infatti anche sulla volontà. Essendo il tabagismo una dipendenza a tutti gli effetti, negli ultimi anni l’agoterapia è stata impiegata per aiutare chi lo richiedesse a smettere di fumare con ottimi risultati. All’agoterapia viene poi associata la psicoterapia cinese che utilizza alcune erbe che servono ad eliminare lo stimolo olfattivo creando un senso di fastidio al sentore del fumo di sigaretta, il famoso effetto antiabuso”.

“Il paziente che si rivolge all’agopuntore - continua a spiegare De Lucia - per smettere di fumare viene sottoposto a un trattamento che prevede un ciclo di agoterapia (di solito circa 4/5 sedute in circa un mese), un approccio di tipo psicologico, un prodotto omeopatico (specifico per combattere la dipendenza al fumo ed eliminare gli effetti collaterali dell’astinenza), e in associazione un prodotto cinese che i pazienti portano con loro e possono assumere ogni qual volta ne sentono l’esigenza (la necessità varia da persona a persona)”.

Naturalmente la durata della terapia e l’approccio con il paziente dipendono dal tipo di dipendenza: il fumatore blando non va in crisi d’astinenza mentre il grande fumatore (due pacchetti al giorno) nel giro di 24 ore va in astinenza con sudorazione, sensazioni di mancamento d’aria e altre complicazioni. L’agoterapia, quindi, e gli altri trattamenti, vengono organizzati su misura del paziente.

A chi rivolgersi per chiedere un aiuto concreto?

Il fumatore che vuole disassuefarsi dalla nicotina può rivolgersi al proprio medico che saprà indirizzarlo all’Azienda Sanitaria più vicina. In ogni Azienda USL, infatti, c’è un Centro Antifumo, di solito presso il SER.T, ossia il servizio per le tossicodipendenze, che spesso opera in collaborazione con altre organizzazioni, pubbliche o private. All’interno dei SER.T vengono anche organizzati dei gruppi di auto-aiuto, ossia gruppi di fumatori che si aiutano a vicenda nel combattere il tabagismo, organizzati dalla Azienda USL stessa o comunque gestiti dalla Lega Italiana Antitumori.

“Certo è più faticoso smettere da soli - conclude Margaron - contando solo sulla propria forza di volontà, senza la guida di un esperto. Spesso, infatti, rivolgersi a delle strutture competenti può rendere più consapevoli del cattivo uso che chi fuma fa del proprio corpo”.

Per questo, l'Istituto Superiore di Sanità, attraverso il Telefono Verde contro il Fumo (800 55 4088) è costantemente al servizio di tutti coloro che vogliono tentare di liberarsi dal vizio della sigaretta, ma anche di chiunque sia interessato ad avere maggiori informazioni: per i propri cari, per la propria salute di fumatore passivo o semplicemente per interesse personale.

 

 

A cura di Monica Di Dionisio

Giornalista

 

Con la consulenza di Henri Margaron

Responsabile del servizio per le dipendenze

Dipartimento delle Dipendenze Patologiche, Azienda USL 6, Livorno

e Laura De Lucia

Medico agopuntore