Allattamento: recuperare l'istinto

 

Molte trentenni di oggi trovano difficoltà ad allattare i propri figli naturalmente. L'ostetrica Sabina Pastura dell'associazione La Lunanuova di Milano spiega perché e come superare le difficoltà

 

Mammiferi. Questo siamo e l'aspetto dell'allattamento al seno riconduce una donna alla parte di sé più legata all'istinto. Un bimbo appena nato sa già che attaccandosi al seno troverà il sostentamento che fino a poche ore prima aveva nella pancia della mamma. Nei primi giorni di vita sul seno della madre è presente il colostro, una sostanza ricca d'immunoglobuline di classe A, secreto dalle ghiandole mammarie durante la gravidanza e i primi giorni dopo il parto, composto principalmente da acqua, leucociti, proteine (fra le quali anche agenti immunologici), grassi e carboidrati. Poi arriva la montata lattea vera e propria. Ed è qui che iniziano i problemi. Se è vero che allattare è una cosa naturale, è necessario essere bene informate per non commettere errori proprio nei primi giorni di vita del bambino: questo periodo infatti condizionerà la madre che deciderà se continuare ad allattarlo naturalmente oppure artificialmente. Quali sono questi accorgimenti? Sabina Pastura, ostetrica dell'associazione Lalunanuova , presente da anni a Milano a supporto di molte donne che allattano, è una libera professionista e lavora in questo studio di ostetriche assistendo gravidanze fisiologiche e nascite in casa. Un po' stupita del fatto che sia un giornalista uomo a intervistarla su quest'argomento ha risposto alle nostre domande: "In realtà allattare è una cosa naturale - spiega l'ostetrica Sabina Pastura - ma non più così tanto. Si è persa una sapienza al femminile su questo fronte. Qualche generazione fa le donne sostenevano l'allattamento in famiglia reciprocamente. Le trentenni di oggi invece sono state allattate artificialmente e le loro madri non sono in grado di dare loro consigli. La trasmissione familistica avviene quindi molto meno".

Come aiutare le mamme ad acquisire consapevolezza e informazioni sull'allattamento al seno?

L'educazione e la possibilità di avere elementi di informazione sull'allattamento avviene già durante la gravidanza. Il nostro ruolo è quello di informarle quindi il più possibile, in gruppo facendo anche in modo che vedano altre mamme che allattano. Dalle prime battute che iniziano quando il bambino nasce è importante impostare le cose in modo giusto. Gli ostacoli infatti sorgono nei primi giorni e sono tali a volte da compromettere l'esito dell'allattamento. È importante per esempio cercare di allattare e avere il bambino vicino in un contatto pelle pelle, fin dai primi momenti. Se avviene nell'arco delle prime ore di vita è certamente meglio. Il personale sanitario, le ostetriche devono essere in grado di sostenere la donna e di fornirle il supporto necessario. A volte anche queste prime esperienze , se il bambino non si attacca bene lì per lì non succede nulla, ma poi nei giorni successivi, quando torna a casa si verificano i primi problemi.

Cosa fare in caso di difficoltà da parte della madre ad allattare?

La cosa importante è partire col piede giusto. È importante la qualità dell'attaccamento al seno, il modo in cui il bebé si attacca, sia per evitare le problematiche del capezzolo (le ragadi al seno si creano se il bambino è attaccato male). Se hai ricevuto delle informazioni prima è un conto, altrimenti devi chiederle. D'altra parte la puerpera proprio nei primi giorni, dopo le dimissioni dall'ospedale, viene lasciata un po' a se stessa e quando avrebbe più bisogno trova un po' il deserto dei Tartari…

Spesso alcuni pediatri consigliano di allattare con tempi rigidi, altri lasciano spazio alle esigenze del bambino. Quale filosofia seguire?

Il bambino sa perfettamente autoregolarsi se è attaccato correttamente, non deve fare male alla mamma. Se il dolore esiste c'è qualcosa che non va. L'allattamento non deve essere doloroso. Il bambino deve stare attaccato al seno finché desidera. Finché c'è colostro che è ricco di proteine che sono anticorpi, zuccheri. All'inizio colostro a gogo quindi. Se un bambino chiama 9 volte magari per fare delle suzioni non lunghe, gli va dato. Nei primi giorni problemi non ce n'è e se la nascita è stata buona il bambino ha sufficienti endorfine per non chiedere tanto. Ma va lasciato il tempo giusto: magari 20 minuti, mezzora sul primo seno e dieci sul secondo. Così come il bambino manifesta il segnale della fame, così manifesta anche il segnale che quanto ha assunto è sufficiente. Da quando arriva la montata lattea le cose si fanno più difficili e bisogna avere un aiuto extra. Questo momento coincide spesso con le dimissioni della madre dall'ospedale. Spesso proprio in questa fase la mamma è triste perché è affaticata, andrebbe supportata e le difficoltà riverberano sull'allattamento a volte.

E se il latte è insufficiente?

Non siamo una macchinetta distributrice di latte. Nelle stalle mettono la musica classica per fare arrivare più latte. Noi siamo mammiferi di grado più evoluto e la donna ha bisogno di sostegno. Da parte del partner, molto. I papà di oggi sono molto bravi a cambiare i bambini, ma non serve soltanto un aiuto concreto, ma un supporto di tipo morale. Di fronte a una mamma che lacrima e chiede se avrà latte, la reazione deve essere di tranquillità. Non certo di sufficienza: "Ti compro la busta di latte artificiale". Ecco, questo no, piuttosto: "Vedrai che il latte arriverà".

Qual è l'elemento che fa sì che ci sia la cosiddetta calata del latte?

L'ossitocina è un ormone che viene prodotto quanto più una donna riceve contenimento, amore, coccole, risate. Noi uomini e donne produciamo ossitocina durante il rapporto sessuale, ma anche quando mangiamo con amici in serenità, quindi l'ossitocina è l'ormone del piacere ed è cruciale nella produzione del latte. Si può dare la tisana galattogena, ma fondamentalmente è il sostegno attorno che fa si che una mamma attorno possa compiacere il proprio bambino. È un circolo virtuoso.

Che fare in caso di parti gemellari con due gemelli o più?

Quando ci sono due gemelli c'è bisogno di un aiuto extra. È possibile allattare due bambini, abbiamo due mammelle e se ne potrebbero allattare anche tre. Se il bambino ciuccia il latte, la mamma ne produce. Sicuramente c'è bisogno di qualcuno che si occupi della gestione quotidiana di supporto alla mamma. Una mamma esperta già con bambini un po' più grandi, di dopo qualche mese riesce anche ad allattare contemporaneamente i due bambini su due seni, ma non è facile. Certo i bambini che sanno di essere due sanno già di avere una mamma sola e sono più facili da irreggimentare per così dire. Una mamma deve dare delle priorità ma ci riesce.

Esistono casi in cui si suggerisce per il bene del bimbo o della madre di non allattare al seno?

Sa qual è la faccenda? C'è una grande stortura in questo momento, sulla nascita naturale cerchiamo di dire la nostra, siamo un gruppo di ostetriche presenti a Milano da tempo. Non c'è un momento come questo in cui la gravidanza non sia stata medicalizzata come oggi. La domanda che la mamma si fa è come fare a fare un bambino sano, ed è assistita di continuo. Partorisce in un modo brutto per lo più , lontano dalla natura e dalla possibilità di esprimere la propria energia. L'unico modo che hanno trovato per alleviare il dolore è la peridurale. E a volte le mamme che partoriscono bambini con la peridurale fanno più fatica ad allattarli perché sono anche loro un po' anestetizzati. Tutto ciò fa sì che si arrivi al punto di allattare il bambino con una scarsa stima di sé. Il messaggio invece è: devi allattare. A quel punto efficaci, efficienti e produttive anche su questo fronte, bisogna allattare. E invece un po' per disistima e per stanchezza, si verificano degli inghippi. A volte è davvero difficile perché si sono creati dei problemi (le ragadi sono uno di questi), ci sono ragioni che interferiscono su un inizio buono e che portano a una fatica talmente grande che diventa meglio da parte di una donna dare un biberon con amore che una tetta data contro voglia.

Fino a che età si consiglia di allattare? E perché?

L'Oms lo dice chiaramente. I sei mesi di allattamento completo al seno sono quelli che vanno bene. Sono il suo zoccolo duro di salute, per la salute futura. C'è chi allatta anche a lungo, con un bambino che cresce bene, ne vediamo tanti. Ne vediamo anche fino all'ottavo al nono mese. Non ci sono problemi. In Italia c'è però un abbandono dell'allattamento intorno al quarto mese.

Quando iniziare lo svezzamento? I pediatri negli ultimi tempi suggeriscono di iniziare già al quarto mese…

Sicuramente su questo fronte non c'è sufficiente sostegno. Allattare dal terzo mese in poi è tutto un godimento, perché smettere. Almeno fino al sesto mese a quel punto è consigliabile continuare.

I talebani esistono dappertutto. Le scelte sono in ciascuno di noi. L'allattamento può essere proseguito fino all'anno, ai due, ai tre. L'allattamento è un momento di incontro, noi lavoriamo come pazze, magari la sera possiamo riservarci un momento con il nostro bimbo e continuare ad allattarlo anche dopo i sei mesi, anche con tutti i denti è possibile, di per sé non è dannoso. Diverso è il bambino che ti usa come un distributore di caramelle.

Allattare in pubblico, sì o no?

Il problema non ci sarebbe. Non è che le donne si tirano fuori le tette in mezzo alla strada. Se allatti, la prima che ha bisogno di sentirsi protetta è la donna che allatta. Tra l'altro esiste un mercato di magliette che nascondono il seno durante l'allattamento. E poi, quando si va a cena fuori, esistono i ristoranti baby friendly.