Staminali ok contro tumore osseo infantile

 

Sono le cellule mesenchimali, presenti nella polpa dentaria e nella polpa dei dischi intervertebrali

 

Utilizzare cellule staminali mesenchimali per la terapia contro i tumori ossei infantili. E ricostruire l'arto dei bambini colpiti da questa malattia in modo che sia il più possibile affidabile e duraturo nel tempo. È l'obiettivo del progetto coordinato dall'Associazione "Noi per Voi per il Meyer", che coinvolge lo spin off Dival Toscana dell'università degli studi di Firenze, la Cell Factory dell'azienda ospedaliero universitaria Meyer e il centro di ortopedia oncologica e ricostruttiva-traumatologico ortopedico Aou di Careggi.

Il progetto

Non è tutto. Ora, grazie a un finanziamento di 200 mila euro che arriva dalla Fondazione Just Italia, questi tre centri potranno unire le loro forze e lavorare insieme al progetto per arrivare entro un anno ai primi risultati.

A mettere in evidenza le sinergie che questo progetto favorisce è Annarosa Arcangeli, del dipartimento di Patologia e Oncologia sperimentali dell'università di Firenze: "Il Centro clinico di Oncologia ricostruttiva dell'ospedale Careggi adotta per i piccoli pazienti terapie rigenerative, utilizzando le cellule staminali; la Cell Factory del Meyer è preposta ad espanderle in vitro, rendendole idonee alla ricostruzione dell'osso malato; mentre il laboratorio di ricerca di mia competenza sarà incaricato di validare la preparazione delle staminali, confermandone funzionalità e assenza di effetti negativi", conclude.

Le caratteristiche

"La Cell Factory del Meyer", aggiunge il suo responsabile Franco Bambi, "ha scelto di puntare sulle cellule staminali mesenchimali per le loro caratteristiche: sono infatti capaci di auto rinnovarsi e differenziarsi, diventando i 'mattoni' di terapie innovative in molteplici campi. Queste cellule possono essere utilizzate per ripopolare strutture naturali o sintetiche, impiantate a scopo sostitutivo in resezioni ossee dovute a tumore. Inoltre, opportunamente 'ingegnerizzate', potranno diventare mezzi di trasporto di composti bioattivi sulle cellule tumorali, contribuendo alla regressione di gravi forme tumorali".