Censimento dei mari: 230 mila le specie
Mediterraneo, quarto per biodiversità, il più a rischio

 

 

Ci sono voluti dieci anni e la ricerca e' ben lontana dall'essere finita, ma il primo censimento di tutte le specie animali che vivono nei mari del mondo ha dato una prima, impressionante cifra: sono 230mila le diverse specie nelle 25 aree studiate.

La stima e' del Census of marine Life (Coml), un progetto che ha visto impegnati 360 ricercatori di tutto il mondo.
Il Mediterraneo e' al quarto posto per biodiversità, ma purtroppo secondo gli esperti e' anche quello più a rischio di perdere questa ricchezza.
I risultati definitivi della ricerca sono stati presentati il 4 ottobre in una grande conferenza a Londra, ma intanto il Coml ha reso noti i primi risultati con una serie di articoli pubblicati da Plos One.
Le aree più ricche di biodiversità sono risultate essere il Giappone e l'Australia, entrambe con circa 33mila specie, seguite dalla Cina (22mila) e dal Mediterraneo, in cui fra crostacei, pesci e alghe vivono 17mila specie animali.

Al quinto posto, tra le 25 aree censite, c'e' il golfo del Messico, martoriato dalla marea nera, in cui vivono 15mila specie.

'Nel Mediterraneo siamo riusciti a studiare sia le specie costiere che quelle abissali - spiega Roberto Danovaro del Politecnico delle Marche - e sono venute fuori molte sorprese'.

Dai dati mondiali i 're dei mari' sembrano essere i crostacei, che sono il 19 per cento di tutte le specie trovate, seguite dai molluschi (17 per cento), pesci (12 per cento), alghe e protozoi, ciascuno con il 10 per cento.

La categoria 'altri vertebrati', che contiene mammiferi marini, tartarughe, uccelli marini, conta solo per il 2 per cento.
Per quanto riguarda il Mediterraneo, il 7 per cento delle specie che lo abitano sono stanziali, e non si trovano da altre parti, una percentuale superata solo dall'Antartide con il 15 per cento.
Il progetto, partito nel 2000, ha ora una grossa difficoltà, quella dei finanziamenti.

'Questa prima parte del progetto e' stata finanziata da una fondazione americana - spiega l'esperto - che però ora si dedicherà ad altro. Alcuni paesi, come la Francia, si stanno muovendo, speriamo che anche l'Italia faccia al sua parte'.
La mappa

E che sia urgente continuare il censimento dei mari lo dimostrano anche le cifre raccolte dagli scienziati in questi dieci anni.
Confrontando i dati con quelli storici e' emerso infatti che alcune popolazioni hanno subito diminuzioni fino al 90 per cento, e potrebbero presto sparire.
Un'altra foto del censimento
Oceani

Altre foto del censimento